Contenuti
I borghi di mare calabresi, uno scrigno di miti e bellezza
La
Calabria è sicuramente una delle mete preferite per le vacanze degli italiani, destinazione ideale per chi è alla ricerca di mare, sole relax ma anche divertimento. Una
terra generosa che con i suoi oltre 800 chilometri di costa ci offre una varietà incredibile di spiagge, calette, promontori e anche
borghi tipici marinari di rara bellezza,
custodi di un incredibile patrimonio storico e artistico. Questi borghi sono veri e propri scrigni di tesori arroccati sul mare, con al loro interno gioielli di arte, storia, cultura, architetture uniche e delizie gastronomiche. Ognuno a modo suo è testimone della eterogenea e grande bellezza di questa magnifica terra. Il loro aspetto tipico, con le viuzze che si aprono in piccoli cortili, le balconate che guardano il mare, i paesaggi mozzafiato, affascina ogni anno sempre più turisti.
Piccole perle tutte da scoprire, i borghi marinari si incontrano in tutta la regione e riescono a stupire il visitatore ad ogni angolo fra chiese, palazzi nobiliari, botteghe di maestri artigiani e antiche trattorie. Inseriti in
contesti naturali bellissimi e così ricchi di storia e tradizioni popolari, sono emblema della ricchezza e dell’autenticità della Calabria che ha una storia millenaria, arricchita dalle tante civiltà che si sono succedute nel corso della stessa. Qui si riescono ancora a percepire
atmosfere autentiche, sapori e odori di una volta; sono luoghi dove si torna ad apprezzare i ritmi lenti, il rispetto delle tradizioni, la felicità del quieto vivere.
Il borgo affacciato sul mare per eccellenza della Calabria è senza dubbio la famosissima Tropea, la cosiddetta Perla del Mediterraneo che richiama ogni anno turisti da ogni angolo del mondo. Per scoprirne le tante bellezze e i luoghi da non perdere, ti consigliamo di leggere l’articolo del nostro magazine
Visitare Tropea: il centro storico e l'Isola Bella, le spiagge e le cipolle rosse. In questo approfondimento inoltre ve ne presenteremo altri due che, oltre a Tropea, meritano senza dubbio di essere visitati: Scilla e Pizzo Calabro
Scilla, la rocca e la piccola Venezia del Sud
Questo piccolo e caratteristico borgo della provincia di Reggio Calabria sorge su di
un alto sperone roccioso a picco sul mare ed è un importante centro turistico della Costa Viola, definita così per il colore delle sue acque in determinate ore della giornata.
Le
origini del nome Scilla sono antichissime, così come la storia di questo borgo ricco di mistero. Confuse fra mitologia e leggenda, sono riferibili al periodo della distruzione di Troia, alle leggende di Ulisse. La navigazione dello Stretto di Messina aveva nell'antichità fama di essere realmente pericolosa a causa di correnti rapide ed irregolari e dei venti che vi spirano violenti e talora in conflitto tra loro: il
mito di Scilla è legato indissolubilmente a questo tratto di costa, luogo ricco di suggestione che ha contribuito a creare tante leggende ad esso connesse.
E’ senza dubbio uno dei miti più affascinanti e narra di
una giovane ninfa che viveva in Calabria. La giovane era solita fare il bagno nelle limpide acque del mar Tirreno e una sera incontrò un dio marino, Glauco, che si innamorò di lei a tal punto da preferirla alla maga Circe. Questa, indispettita, decide di vendicarsi e trasformò la giovane in
un orrendo mostro marino dotato di sei teste di cani, che si rifugiò insieme a Cariddi (altro mostro marino) in una grotta presso lo stretto di Messina, dalla parte della costa calabra. Da lì iniziò a seminare strage e terrore tra i naviganti, che impararono ovviamente ad evitare questo tratto di mare. Ma questo non valse per tutti! Nell’Odissea Omero ci racconta infatti che lungo la rotta verso Itaca, spinto dalla sua proverbiale curiosità,
Ulisse decise di attraversarlo e affrontare la furia di Scilla descritta come “atroce mostro” e anche il canto ammaliatore e letale delle sirene. Per questo motivo una delle spiagge più belle e famose di Scilla è conosciuta anche come la
spiaggia delle sirene.
Oggi per noi questo tratto di costa è uno dei litorali più ambiti dagli amanti del mare, in cui paesaggio e natura regalano uno spettacolo unico di colori e sensazioni. Da questo mare azzurro sembra quasi che sgorghino le tante
viuzze del borgo di Scilla e della sua parte più antica e suggestiva: la località
Chianalea, anche soprannominata per la sua particolare conformazione
"la piccola Venezia del Sud”. Sui suoi scogli infatti, quasi immerse nelle acque del mare, sembrano poggiarsi le piccole case addossate le une alle altre, fra vicoli accarezzati dalla brezza marina e dal suono delle onde che si infrangono, fra splendide chiese e fontane, il tutto dominato dall’alto dal
Castello dei Ruffo.
Questo imponente castello sorge proprio sulla
“rocca di Scilla”; di origine normanna o sveva, è senza dubbio il monumento più importante della cittadina. Originariamente edificato per scopi difensivi, nel 1532 il conte Paolo Ruffo decise di trasformare questo austero castello in una residenza. Oggi il castello ospita eventi e mostre e permette di godere di un panorama meraviglioso, che può arrivare fino alle coste siciliane e alle Isole Eolie. Al tramonto, guardare dall’altro Chianalea è uno spettacolo bellissimo, con le luci soffuse che rendono tutto magico!
Pizzo Calabro: il Castello, la chiesetta di Piedigrotta e il famoso Tartufo
Anche Pizzo ha l’anima del piccolo villaggio di pescatori, con quel caratteristico profumo di mare nell’aria, ed è uno dei borghi più pittoreschi della costa. Arroccato sul pendio di un suggestivo promontorio
a picco sul Tirreno nel golfo di sant’Eufemia, dal suo aspetto caratteristico deriva probabilmente anche il nome Pizzo (becco).
Anche se non vi è certezza su questo, le sue origini si fanno risalire ai tempi dell'antica Grecia. Secondo la tradizione vi si fermò
Ulisse e vi soggiornò
Cicerone. Si narra poi che le scorrerie di pirati e saraceni la ridussero ad un cumulo di macerie e che i superstiti si rifugiarono verso l’interno. Restano poi tracce nel territorio di un'antica attività di pesca, specialmente del tonno, ma le uniche notizie certe le abbiamo solo a partire dal 1300 con l'esistenza di un forte, di un borgo e di una comunità di monaci Basiliani. Negli anni il nucleo abitato crebbe e – per difesa – fu munito di mura e torri ai lati. Si costruirono inoltre nuove chiese e conventi, iniziarono floridi commerci di spezie, seta, pesce salato, olio, vino e si incrementò la pesca del tonno.
Pizzo subì, come tutta la Calabria, le dominazioni normanna, sveva, angioina e aragonese. Nella seconda metà del XV° secolo,
Ferdinando I d’Aragona fece costruire sul promontorio un forte, detto oggi
Castello Murat. Nato come una fortezza militare e una prigione, fu costruita per difendere la costa dagli attacchi che provenivano dal mare. Segue i canoni dell’architettura militare rinascimentale ed è circondata da un fossato con ponte levatoi e camminamenti. Qui fu imprigionato e fucilato nel 1815 Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte e re di Napoli. Al suo interno è possibile vedere la cella in cui trascorse gli ultimi istanti di vita.
Dal quattrocentesco Castello Aragonese si passa alle piazze e ai vicoletti e al centro storico, fino a giungere alle spiagge caratterizzate da ampi arenili sabbiosi e da suggestive insenature ricche di scogli. Pizzo vanta tante bellissime chiese. In centro troviamo il
Duomo di San Giorgio, un edificio barocco eretto nel 1632 con un portale in marmo opera dello scultore Fontana, con una statua che raffigura Cristo del Gian Lorenzo Bernini. Ma la più famosa e addirittura il primo monumento in Calabria per numero di visitatori (supera persino
i Bronzi di Riace) è la
chiesetta di Piedigrotta. Questa si trova proprio all’interno di una grotta e per entrarvi si scende fino alla scogliera lambita dal mare.
La
leggenda che la riguarda narra del naufragio di un veliero con equipaggio napoletano intorno alla metà del 600. La nave affondò, ma i marinai riuscirono a mettersi in salvo raggiungendo la costa, scavarono nella roccia e vi misero il quadro della Madonna alla quale avevano fatto il voto pregando per la loro salvezza nella nave in tempesta. Ci furono negli anni a seguire altre tempeste, ma il quadro, portato via dalla furia delle onde, fu sempre rinvenuto nel posto dove il veliero si era schiantato contro gli scogli.
Non esistono documenti che possano confermare tale leggenda; l’unica certezza che abbiamo è che la chiesa deve la sua nascita a
Angelo Barone, un artista locale che verso 1880 decise di dedicare la sua vita a questo luogo; ogni giorno raggiungeva a piedi il posto e, a colpi di piccone, ingrandì la grotta, ne creò altre due laterali e riempi gli ambienti di statue rappresentanti la vita di Gesù e dei Santi. Alla sua morte subentrò il figlio, che terminò l’opera. La roccia piena di conchiglie, le statue, gli affreschi, i raggi del sole che accarezzano il mare e che filtrano all’interno, creano una atmosfera davvero unica e non a caso richiama visitatori da tutto il mondo.
Fra le tante ricchezze di questo grazioso borgo non possiamo non includere anche il celebre
Tartufo di Pizzo, gelato artigianale dalla forma tondeggiante con al suo interno un cuore di irresistibile cioccolato fuso, un vero must del posto! Questa specialità famosa in tutto il mondo, il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il marchio IGP, ha fatto sì che Pizzo sia riconosciuto ovunque come la città del gelato. Ma come è nato questo “capolavoro” di dolcezza? Nel 1952, in occasione della visita di un Principe, venne fatta una maggiore richiesta di dolci e gelati agli abili pasticceri di Pizzo.
Il gelatiere Giuseppe De Maria, che all’improvviso era rimasto senza più né granite né formine, inventò un nuovo dolce: con le mani modellò delle palline di gelato, metà alla nocciola e metà al cioccolato, con dentro del cioccolato fondente liquido, caramello e liquore Strega, chiudendole poi con un metodo simile a quello usato per l’arancino siciliano. Le spolverò poi con un pò di cacao amaro e le mise in una carta pergamena dentro a una stecca di ghiaccio per consolidarle.
Così nacque il Tartufo di Pizzo, il cui nome deriva dalla forma che ricorda un po’ quella del fungo, soprattutto quelli irregolari delle prime realizzazioni. Siamo sicuri che la conclusione di una delle giornate perfette della tua vacanza sarà ammirare le bellezze di Pizzo gustando il buonissimo Tartufo, e ringraziare col pensiero questo abile pasticcere per la sua invenzione!
Dove soggiornare
Se l'
Italia è la prossima meta delle tue vacanze, non puoi non scegliere la
Calabria e Veratour. Ti aspettiamo in questa magnifica regione con un Veraclub dove potrai apprezzare tutti i plus che caratterizzano la nostre offerta.
Presso il
Veraclub Scoglio della Galea, a soli due chilometri da Capo Vaticano, scoprirai
le spiagge più belle della Costa degli Dei e potrai rilassarti in un ambiente curato, pieno di verde e dal cui promontorio apprezzare i fantastici colori del tramonto su panorami mozzafiato. Da qui potrai, grazie alle
escursioni Veratour, anche scoprire le tante bellezze di questa splendia regione, la sua incredibile
storia, il suo patrimonio naturalistico, quello archeologico e gustare le delizie dei
piatti tipici della cucina calabrese, nella comodità che solo il trattamento All Inclusive sa riservarti.
Questo Villaggio è il luogo ideale per una vacanza fatta di mare e relax e punto di partenza perfetto per
Visitare le isole Eolie con le escursioni Veratour, facilmente raggiungibile partendo dal porto di Tropea.
Scopri con noi
8 cose da fare durante la tua vacanza in Calabria e scegli questa meta.