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Il Val di Noto e Modica
L'area ancor oggi conosciuta come Val di Noto comprende la parte sud-orientale della
Sicilia, e coincide con il territorio di una vera e propria circoscrizione amministrativa del fu Regno di Sicilia abolita nel 1812. Le molte dominazioni che si sono susseguite nei secoli hanno lasciato in tutta la Sicilia, e in questa zona particolarmente, una eredità inestimabile rappresentata dalla ricchezza e
diversità culturale, fieramente rivendicata ancor oggi dagli abitanti. Greci, Romani, Arabi, Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini e Spagnoli. Deriva probabilmente proprio da una storia fatta di continue dominazioni e contaminazioni anche la proverbiale
ospitalità, altro vanto delle popolazioni locali, che puoi respirare ovunque visitando le campagne e le città di questo territorio ricco di attrazioni storiche, architettoniche, enogastronomiche e paesaggistiche. Se vuoi approfondire questo affascinante argomento, ti consigliamo di leggere l'articolo del nostro Magazine
La storia della Sicilia e gli 8 parchi archeologici da non perdere.
Il
Val di Noto non vive solo di turismo balneare o legato alle meraviglie architettoniche del
Barocco Siciliano. L’intera zona è infatti molto fertile, e le campagne sono caratterizzate da una grande varietà di colture: dagli agrumi all’olio, passando per la vite e il carrubo. Quest’ultima è una pianta molto diffusa in queste zone e il cui seme curiosamente veniva utilizzato in passato per pesare l’oro. Gli arabi infatti, uno dei tanti popoli ad aver lasciato un segno nelle tradizioni siciliane, scoprirono che i semi di
carrubo, pur avendo forme diverse, pesano invariabilmente 0,20 grammi; decisero pertanto di farne l’unità di misura utilizzata nel commercio del prezioso minerale, sapendo che 5 semi di questa pianta sarebbero sempre equivalsi a un grammo. L’odierno carato è stato definito proprio avendo come riferimento il peso del seme del carrubo.
Il paesaggio del Val di Noto è ovunque caratterizzato dai
muretti a secco, utilizzati per suddividere i poderi e le proprietà. I contadini, costretti a togliere le pietre presenti nel suolo in grande quantità per poter arare il loro campo, le hanno storicamente utilizzate non solo per delimitare i confini, ma anche per costruire dei ripari per le greggi e per sé stessi. Con l’articolo di oggi andiamo alla scoperta di
Modica, uno dei centri più belli dell’intera zona e città natale del poeta
Salvatore Quasimodo. Grazie agli indiscussi capolavori che può vantare, la città è stata inclusa nel 2002, insieme ad alcuni altri centri del Val di Noto, nella lista dei
Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco.
Cosa vedere a Modica: a spasso per le vie cittadine
Questa parte di Sicilia è davvero unica e viene identificata con lo stile architettonico del cosiddetto
Barocco Siciliano per delle precise ragioni storiche. Nel 1693 un violentissimo terremoto ha devastato l’intera zona, facendo crollare i centri storici abitati che per lo più erano arroccati in posizione collinare. Dopo questo tragico evento, ben 8 città del Val di Noto furono tutte ricostruite e abbellite con una velatura settecentesca e tardobarocca che da allora le caratterizza.
Nell’opera di ricostruzione spesso vennero privilegiate le zone più a valle o addirittura all’interno delle caratteristiche “cave”, vale a dire le vallate tra una collina e l’altra sul fondo delle quali scorrevano torrenti (dette fiumare) che pure caratterizzavano il paesaggio. Questo slittamento verso valle dell’asse cittadino è evidente ad esempio a
Scicli e nel caso della stessa Modica, dove pure sopravvive una parte medievale rappresentata dai ruderi arroccati del castello dei Conti di Modica.
Percorrendo
Corso Umberto, la via principale della città sotto cui è stato incanalato il torrente
Moticano, è ben visibile la
Torretta dell’Orologio in corrispondenza del punto in cui un tempo sorgeva il vecchio castello. Il fatto che Modica fosse sede della residenza dei Conti le ha storicamente conferito potere e centralità, ma ha anche condizionato l’aspetto architettonico della cittadina: per legge nessuna famiglia modicana poteva avere un palazzo nobiliare in grado di mettere in ombra il loro potere. Nella vicina Noto, ad esempio, si contano ben 197 palazzi dell’aristocrazia degni di rilievo; a Modica solo dopo il 1812 si possono costruire palazzi in grado di rivaleggiare con il Castello dei Conti.
Ciò nonostante, passeggiando per le vie del centro di questa splendida
città gioiello si possono notare tantissimi particolari degni di rilievo architettonico su facciate di palazzi privati ed edifici storici pubblici. Questo è anche il modo migliore per scoprire il fascino di una città barocca: percorrendone a piedi le vie, i vicoli e le scalinate si viene continuamente rapiti dai giochi prospettici e dai
“merletti”. Nella concezione degli architetti del Barocco Siciliano, ogni angolo cittadino è una quinta teatrale, ogni svolta deve regalare allo spettatore l'emozione di una sorpresa. Tutto ciò è particolarmente evidente proprio qui a Modica, che se osservata dalla terrazza panoramica del
Belvedere che si incontra poco prima di arrivare all’abitato regala inoltre allo spettatore uno splendido “effetto presepe”.
Il Barocco Siciliano: le chiese madri di Modica
Modica conta ben 119 chiese, molte delle quali annesse ai palazzi nobiliari. Ma le due più importanti, dette anche chiese madri, sono conosciute e universalmente apprezzate per il loro valore artistico e architettonico. Si tratta della
chiesa di San Giorgio e di quella di
San Pietro. La rivalità tra le due comunità parrocchiane qui a Modica nei secoli scorsi ha raggiunto dei livelli impensabili, con risse e battaglie tra fazioni quasi epiche, testimoniate da numerose cronache locali. In realtà, come in molte altre parti d’Italia, le
“guerre di santi” erano il pretesto per divisioni ben più profonde: San Giorgio era la chiesa di riferimento per l’aristocrazia feudale legata ai Conti di Modica, San Pietro per la ricca borghesia imprenditoriale.
La chiesa di San Giorgio è probabilmente la più famosa, con la sua facciata-torre caratterizzata da 5 campate e linee concave e convesse che le conferiscono dinamicità e slancio verso l’alto. L’effetto è enfatizzato dalla scalinata monumentale di ben 250 gradini e arricchita da un giardino pensile a più livelli, che ricorda molto la scenografia di Trinità de Monti a Roma e che consigliamo di percorrere per raggiungere la magnifica facciata.
La
torre campanaria ha una altezza di 62 metri, la costruzione della facciata nel suo attuale aspetto è iniziata nei primi anni del 1700 e si è conclusa oltre un secolo dopo, con il completamento della guglia nel 1842. Le differenti fasi costruttive e i diversi stilemi dell’architettura neoclassica e di quella tardobarocca sono perfettamente fusi, celati alla vista dalla finitura di colore mielato della facciata, chiamata
scialbatura, che oltre a ragioni estetiche aveva anche la funzione di proteggere la pietra dall’erosione dovuta agli agenti atmosferici.
All’interno sono di pregio e assoluto rilievo il grandioso polittico posto dietro l’altare maggiore, raffigurante le scene della Sacra Famiglia e opera del pittore manierista Bernardino Nigro, la statua equestre raffigurante San Giorgio, che ogni primavera viene portata in processione, il Tesoro della chiesa, l’organo con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne perfettamente funzionante e costruito nel 1888 dal bergamasco Casimiro Allieri e la meridiana realizzata nel 1895 dal matematico Armando Pierini sul pavimento dinanzi l’altare maggiore.
L’altra chiesa madre di Modica, intitolata a
San Pietro, ha una facciata settecentesca articolata su tre livelli risalenti alla prima e alla seconda metà del secolo. Il primo ordine ospita i 3 portali di accesso, con lo stemma e la scritta “Mater ecclesia” (causa di discordia con i parrocchiani Giorgesi) a sovrastare quello principale; Il secondo ordine è separato da quello inferiore tramite un cornicione e ospita una finestra centrale con decorazioni e statue barocche, il terzo una stele delimitata da due archi spezzati.
La facciata è in posizione sopra elevata rispetto al piano stradale, e si raggiunge con una scenografica scalinata decorata lungo il perimetro con le statue dei dodici apostoli. Anche in questo caso quindi, un ingresso maestoso che rimanda alla
dimensione simbolica dell’ascensione. All’interno però, per differenziare la chiesa da quella di San Giorgio, le navate sono 3: la quarta e quinta navata sono state infatti concepite come cappelle laterali.
Nell’abside trovano posto le statue di San Pietro, San Paolo e sopra l’altare maggiore quella della Madonna. Il decoro delle volte e degli archi ha una dominante di bianco, azzurro e oro che rimanda alla veste della Madonna e serve a ribadire lo status di chiesa madre rivendicato per l'edificio dai parrocchiani Pietresi. Anche qui, notevole l’organo a canne posizionato sopra il portale maggiore: opera dei fratelli Polizzi ed inaugurato nel 1924, è composto da 3200 canne (più di quello di San Giorgio…) e possiede 32 registri.
Modica: le specialità gastronomiche
Terminata la visita di questi due capolavori dell’arte religiosa neoclassica e tardobarocca, non dovresti perdere l’occasione di degustare nelle vie del centro le
tante specialità di assoluta eccellenza che rendono la
gastronomia modicana celebre in tutto il mondo.
Comodamente seduti ai tavolini di uno dei bar di Corso Umberto, puoi ritemprarti e rinfrescarti degustando le famose e uniche
granite, ad esempio al caffè o alla mandorla, oppure ordinare una
cremolata, ovvero una granita con una alta concentrazione di frutta (almeno l’80 per cento). Altri prodotti artigianali acquistabili anche nei forni sono le
scacce (una sorta di focaccia) e le caratteristiche
impanatigghie, che sono biscotti particolari fatti di pasta di mandorle di cui, non sapendolo, non indovineresti mai il ripieno: cioccolato e carne di manzo! Granite, cremolate, scacce sono solo alcuni dei tantissimi piatti tipici e delle prelibatezze culinarie che l'isola offre ai suoi visitatori, per saperne di più ti consigliamo l'approndimento sul nostro Magazine
Piatti e prodotti tipici della Sicilia, scopri la cucina tradizionale siciliana.
Ma la delizia gastronomica per eccellenza, qui a Modica, è indubbiamente il cioccolato. Il
cioccolato modicano è così particolare e molto granuloso per via della peculiare tecnica di lavorazione delle fave di cacao, introdotta nella Contea di Modica nel 1500 durante la dominazione degli spagnoli e, si dice, da questi ultimi appresa direttamente dagli antichi Aztechi. Storicamente si è tramandato come un dolce tipico delle famiglie nobili, che durante le feste lo preparavano in casa. In questo modo è arrivato fino ai giorni nostri, divenendo poi un prodotto dolciario di fama internazionale.
Questo procedimento ora è
in uso solo a Modica e il prodotto finale che si ottiene conserva praticamente intatte le qualità organolettiche del cacao, caratterizzandosi inoltre per la
masticazione granulosa, la consistenza molto compatta e la forma a lingotto. L’impasto, oltre che dallo zucchero, può essere poi arricchito con tanti possibili aromi naturali in polvere per ottenere gustose varianti, ad esempio
agli agrumi, alla cannella o al pistacchio.
Dove soggiornare
Scegli di trascorrere la tua vacanza in
Sicilia soggiornando in piena terra del Barocco Siciliano, presso il
Veraclub Modica Beach Resort direttamente sul mare. Situato sulla costa sud orientale della Sicilia, a
Marina di Modica, sarà la base ideale per tutte le tue escursioni in questa meravigliosa parte di Italia; per ulteriori approfondimenti in proposito, puoi anche leggere l'articolo
Cosa vedere in Sicilia: le escursioni consigliate del nostro Magazine. Troverai una struttura elegante, ricca di ambienti raffinati e confortevoli, con i servizi principali direttamente affacciati su una bellissima e ampia baia sabbiosa lambita da un mare digradante. Affidati alla nostra professionalità, organizzazione ed esperienza per la tua vacanza da sogno in Sicilia.